EXPLOIT D’ORO DEI MASTER AZZURRI!

DSC_3363

 

 

Anche per queste note ho volutamente ripetuto il titolo con cui, sul sito, avevo dato la notizia in anteprima dell’impresa dei nostri veterani nel loro Mondiale di categoria, perché mi sembra che miglior presentazione non possa esserci per questa impresa.

Ho incontrato parte della Nazionale Master al rientro dalla spedizione in terra di Bosnia, spedizione che ha visto i colori Azzurri salire sul gradino più alto del podio sia come nazione sia nella classifica individuale con Tino Pagliari.

Componenti della comitiva Azzurra il CT Massimo Ardenti, il vice Adriano Fumagalli, rientrato alla grande dopo un anno di assenza forzata che lo ha tenuto lontano  dai campi di gara, Tino Pagliari, Luciano Bazza, Natale Bagarello, Roberto Torri e Riccardo Galligani. Delegato federale il Presidente del Settore Acque Interne Maurizio Natucci, Paolo Ridolfi come responsabile dei materiali e la insostituibile Paola, segretaria della Federazione, al seguito per tutte le problematiche organizzative.

Purtroppo in questa occasione mancavano sia il CT Ardenti che il grande Bagarello, oltre a Natucci, che hanno preso altre strade senza passare da Bologna. La loro assenza da queste righe è dovuta solo a quello.

 

 

Durante la settimana di prove i nostri Azzurri hanno dovuto fare i conti con un campo di gara molto bello coreograficamente ma complesso da interpretare.

Dalle informazioni avute in precedenza sembrava che la pesca potesse essere prevalentemente focalizzata presso la sponda opposta, alla ricerca delle scardole da insidiare a bolognese.

In questa pesca si è dimostrato particolarmente ferrato Tino Pagliari, che durante le prove ha sempre avuto una buona media di catture con la tecnica tipicamente italiana. Nella ricerca delle alternative i nostri, ma non solo, avevano individuato la pesca a bolognese come la più idonea a fare risultato anche se il pesce di taglia non sembrava distribuito uniformemente su tutti  i picchetti del campo di gara. Purtroppo questa valutazione risulterà poi non veritiera, anche in relazione ai sorteggi della prima gara, che collocheranno almeno due Azzurri, Bagarello e Torri in picchetti estremamente difficili ed avari, ove l’unica opzione poteva essere il tentare di limitare i danni.  Anche per Galligani la situazione non è migliore: per lui ci sono tanti pesci ma tutti molto piccoli, lontano dai picchetti pescosi che fanno realizzare pesi dai 5 ai 7 chili.

Alla fine Torri finisce nono, perdendo tre posizioni rispettivamente per 10,20 e 30 grammi; lo stesso Galligani lascia un punto per 10 grammi e termina al settimo posto, come Bagarello. Il solo Pagliari vince bene il proprio settore e termina 3° assoluto. Il sabato sera, con 24 penalità complessive che valgono l’ottava piazza, il morale non è certo dei migliori ed i nostri si guardano in faccia, consci di non aver fatto una buona gara ma anche di aver lasciato per strada punti preziosi e determinanti e che la possibilità di arrivare sul podio non è assurda se cercata con convinzione e determinazione. In questo frangente l’opera di Ardenti sarà determinante per ridare motivazione al gruppo e per individuare i correttivi idonei per affrontare meglio la seconda prova: la bolognese sarà la scelta della partenza nei tratti risaputi pescosi mentre la peschetta con le fisse da 4 a 7 metri, che i nostri sanno fare molto bene, sarà la scelta iniziale in quei picchetti sfavoriti. Poi si faranno gli eventuali correttivi in corso d’opera. Resta in panchina Torri ed entra Bazza, ristabilitosi dal malore di due giorni prima.

 

Domenica il sorteggio ripaga in parte gli italiani, con Pagliari sorteggiato nello stesso settore del sabato, il D, quindi da lui conosciuto, mentre Bagarello finisce verso la fine del settore C, un tratto dove di pesci di taglia ne sono sempre usciti ed il padovano non si farà certo pregare per catturarli, realizzando uno dei pesi maggiori. Galligani, come sentiremo da lui stesso, anche la domenica si trova a doversi difendere con i denti in un tratto di fiume abitato solo da pesci piccolissimi, tanto da portare alla bilancia circa 150 pesci per un peso di 400 grammi! E poi Luciano Bazza…

Durante le prove il bolognese si era dimostrato abbastanza in palla, trovando dei pesci con una buona continuità che lo facevano pensare un probabile componente del quartetto iniziale di sabato. Purtroppo, il giovedi,  a causa delle condizioni climatiche terribili dominate da un caldo ed una umidità elevatissimi, Bazza ha lamentato un malore che ne aveva addirittura consigliato il ricovero nell’ospedale di zona, dove è stato sottoposto ad accertamenti per alcune ore, fortunatamente negativi, ma che ne consigliavano il riposo. E questa è stata la decisione presa in comune accordo tra il CT Ardenti e l’atleta bolognese, che ha trascorso il venerdì in relax ed il sabato alla spalle degli Azzurri impegnati in una difficile prova.

La domenica, perfettamente ristabilito, Bazza è stato inserito in formazione dal CT al posto di Torri, nonostante il bolognese si fosse reso disponibile a restare in panchina, conscio di avere un giorno di prove in meno alle spalle rispetto ai compagni. Ma  Ardenti e gli stessi compagni di squadra hanno insistito affinché Lucianone scendesse in pista ed il bolognese li ha ripagati con un risultato importantissimo come il terzo ottenuto con i denti in un settore terminale come l’A, nel quale era stato sorteggiato lontanissimo dal terminale, favoritissimo. Come da previsione il primo di campo, il tedesco Thunes, vince catturando pesci di taglia, qualche altro pesce  importante esce anche per il bosniaco Gopo che centra il secondo di settore poi è il Master tra i Master, Luciano Bazza, quello con la carta d’identità scritta prima di tutti, che cesella una gara impeccabile con la 4 metri fissa, macinando oltre 600 tra triottini e scardolette da pochi grammi (anche se il cartellino del commissario di Sponda bosniaco reciterà 500, Bazza, da esperto alborellista di un tempo, conta sempre personalmente i propri pesci quando c’è da fare della velocità, ed è sicuro di aver superato i 600 pesci!). Numero a parte, quello che conta è il peso finale, che arriva a lambire i 3 chili che valgono un brillante terzo di settore per l’Azzurro…

Le notizie al termine sono le migliori che si possano avere in una gara a squadre: Tino Pagliari vince nuovamente il settore e per il parmense si alza la scala che porta sul gradino più alto del podio individuale; Natale Bagarello si rifà alla grande della delusione del sabato vincendo a suon di pesci il proprio raggruppamento, del terzo di Bazza ne abbiamo detto mentre il “Direttore” Riccardo Galligani (mi si consenta il doveroso riconoscimento professionale al toscano della Longobardi!) spunta il quinto di cui detto sopra. Sono solo 10 penalità totali, un risultato strabiliante che lascia la Francia, seconda di manche a 8 penalità di distacco; i padroni di casa sono a 19 mentre gli Ungheresi, in testa dopo la prima prova, fanno piuttosto male, 26 penalità, si mangiano tutto il vantaggio e alla fine saranno solo quinti!

Per gli Azzurri un risultato finale che vale doppio, anzi triplo, perché oltre al successo di squadra si aggiunge il valore speciale di un risultato ottenuto su di un campo di gara sconosciuto e difficile come si è rivelato il fiume Krupa a Capljina, ottenuto con tecniche tipicamente italiane come la bolognese e le canne fisse adattate a condizioni da noi ormai impossibili da trovare: acque chiarissime e profonde, popolate da pesci sempre più rari nelle italiche acque come triotti e scadole. Il successo individuale di Tino Pagliari poi, assurto ormai definitivamente ad una seconda, brillantissima giovinezza agonistica, è la classica ciliegina sulla torta assemblata con ingredienti sicuri ed affidabili da quel gran cuoco che sempre più si sta dimostrando il romanissimo CT Ardenti, grande rappresentante di quella scuola agonistica del Centro Italia che certamente meriterebbe maggiori attenzioni ad ogni livello.

Ed ora pensiamo a Roma 2014…

 

 

pagliari bis

 TINO PAGLIARI

 

 

Tino Pagliari, Campione del Mondo Master individuale 2013.

Tino, sei al tuo terzo Mondiale con i Master, sei andato sempre in crescendo come risultati personali e quest’anno torni con due medaglie d’oro al collo…

“Sono contentissimo, come puoi immaginare. E’ stato un Mondiale bello, in un posto molto bello, un torrente quasi più che un fiume, con una pesca molto bella e difficile, a bolognese e canne fisse. Sabato ho vinto il settore pescando a bolognese, vicino la sponda opposta, catturando 76 pesci per 2700 punti. Domenica sono partito sempre a bolognese, con la quale ho catturato 11 pesci nella prima ora, per il resto ho usato una sei metri fissa che mi ha reso altri 357 e pesci per un totale di quasi 4000 punti.”

 

Parlami un po’ del campo di gara e delle varianti tecniche che avete trovato…

“Il corso d’acqua in cui abbiamo pescato era largo 25/30 metri, con un’acqua cristallina ed una profondità di circa 5 metri, con tanta vegetazione vicino le sponde. Essendo un corso naturale, il posto ha una importanza notevole ed anche i pesci non sono presenti in modo omogeneo  in tutto il tratto. Ogni picchetto, infatti, andava un po’ interpretato di volta in volta a seconda delle caratteristiche. Le alternative erano sostanzialmente tre: la bolognese, molto difficile perché la minutaglia non dava tregua mentre si cercavano i pesci di taglia. In questo ci ha aiutato molto la scelta di portarci al seguito le camole del miele, esca che ci consentiva di  evitare abbastanza il disturbo dei pesciolini.

Si poteva tentare anche una pesca a roubaisienne, pasturando con terra e fouillis, per cercare dei muggini di taglia variabile dai 100 ai 600 grammi e qualche triotto e scardoletta. Questa opzione però era la meno affidabile.

La terza scelta è stata quella che abbiamo capito in ritardo ma che ci ha pagato bene soprattutto domenica, ossia quella con le canne fisse da 4 a 7 metri, alla ricerca di alborelle, scardolette e triottini. “

 

Dopo la gara del sabato, al termine della quale eravate ottavi, come avete reagito?

“Come puoi immaginare l’umore non era al massimo, anche se il distacco non era grandissimo e potevamo lamentare alcuni punti persi per un soffio. Mentre stavamo preparando le lenze per la domenica, ci siamo guardati in faccia tutti quanti ed abbiamo deciso di cambiare, dando maggior fiducia alla peschetta che non alla bolognese, con la quale durante la settimana avevo preso sempre dei pesci e che forse ci aveva un po’ portato fuori rotta. Beninteso, la bolognese ci ha aiutato ma abbiamo capito che era una scelta per la prima ora, nei tratti dove c’erano pesci di taglia, abbastanza localizzati, mentre la pesca di contenimento ai pesciolini ci poteva aiutare negli altri posti . In questo modo la domenica siamo riusciti a fare solo 10 penalità, recuperando il distacco del sabato. Ed è stato oro.”

 

 

riccardo galligani

RICCARDO GALLIGANI

Innanzitutto complimenti e grazie per il privilegio e l’emozione di intervistare un Direttore, non capita tutti i giorni!

Tornando al Mondiale, alla prima maglia Azzurra subito oro…

“Ti assicuro che l’emozione è la mia e debbo ammettere di essere stato doppiamente, anzi tre volte fortunato. Innanzitutto perché alla mia prima partecipazione all’Italiano Master sono riuscito a vincerlo, poi perché al mio primo Mondiale lo abbiamo vinto e terzo perché ho trovato un gruppo eccezionale, composto di persone che non si sono mai tirate indietro, in una settimana durissima e caldissima, su di un campo di gara difficile e vario; gente che si é sempre rimboccata le maniche per ogni cosa, non ha esitato a caricare e scaricare il furgone delle attrezzature 4 volte al giorno, a 40°. Già questo la dice lunga sul gruppo che mi ha accolto. Poi il campo di gara, difficile, da interpretare; un fiume che cambia da picchetto a picchetto, in cui è importante anche avere un buon sorteggio.”

 

Parlami delle tue due gare…

Sabato non abbiamo avuto fortuna nel sorteggio. Io  sono capitato al n° 7 del settore terminale, (ricordo che ai Mondiali si picchetta al contrario di quanto accade in Italia), dove gli esterni hanno catturato tanti pesci mentre nei picchetti interni ci si è dovuti arrangiare alla meglio. Questo però ci ha dato modo di constatare la possibilità di una pesca fatta con le canne fisse che avevamo sottovalutato, alla ricerca di triottini e scardolette fatte come un tempo usava in Mincio, anche con dei Tesse a starare. La mia esperienza di sabato è servita poi a Bazza nella gara di domenica, che è capitato nel picchetto 8, che si è ripetuto nella medesima maniera, con la variante, fortunata per noi, che i pesci di taglia la domenica sono stati molti meno e quindi con circa 3 chili ha fatto un bel terzo. La domenica sono capitato nel settore B, terrificante, dove sono usciti  solo 4 pesci di taglia che hanno regalato ai fortunati che li hanno catturati i piazzamenti dal 1° al 4°. Io sono riuscito a difendermi con una faticosa peschina, letteralmente, di un paio di centinaia di pesciolini per il peso stratosferico di 450 grammi! Sono stato molto contento del mio 5°, per la squadra, fatto senza azzardare la ricerca di un pesce di taglia, molto raro, che poteva anche lasciarmi in cappotto, come è successo ad altri nel settore.”

 

Sabato sera non ci credevate molto nella rimonta…

“Era difficile pensare ad una rimonta così clamorosa, onestamente,  ma la consapevolezza che il podio poteva essere alla nostra portata c’era tutta. Il distacco tra la prima e noi era importante ma poteva succedere qualcosa che potesse aiutarci. Ed è successo.  La domenica, infatti, la pesca è cambiata in parte ed è diventata la nostra pesca, la pesca fatta con le canne fisse medie, come si faceva un tempo a Peschiera. E non ce n’è stato più per nessuno!”

 

MI raccontava Pagliari della cattura di scardole con le camole del miele…

“E’ vero, ed è stata una scoperta un po’ per tutti. Questo ci ha consentito di selezionare la taglia dei pesci, anche se quella pesca durava solo un po’, all’inizio.”

 

Finiamo parlando brevemente delle lenze che avete usato…

“Sulle bolognesi avevamo montato dei galleggianti a goccia da 6/8 grammi, che ci consentissero di leggere bene il fondo anche in condizioni di acqua in movimento. Sulle canne fisse,  come ti ho detto, io ho montato dei tesse con piombature basse e terminali medi.”

 

 

bazza

LUCIANO BAZZA

 

Luciano, che dire? Giovedì ci hai fatto tremare, con quel malore che ti ha portato in ospedale; domenica ci hai, ci avete, fatto sognare…

“Sono ancora senza parole, se mi credi! Giovedì è stata una giornata difficile, non ti nego che mi sono spaventato, anche perché ero lontano dalla mia famiglia. Per fortuna tutti mi  sono stati vicini e mi hanno sorretto con la loro presenza. A questo proposito voglio spendere una parola speciale per Paola, la nostra accompagnatrice della Federazione, che è stata eccezionale anche in questa occasione, mi ha seguito durante tutto il ricovero in ospedale e mi ha veramente aiutato. Probabilmente, a causa del grande caldo, avevo bevuto dell’acqua molto fredda che mi ha provocato una brutta congestione. Già il sabato mi sentivo meglio ma ero tranquillamente disposto a rimanere in panchina, visto che i miei compagni avevano provato di più.”

 

Poi cos’è successo…

“Durante la settimana di prove  credo di aver inquadrato la pesca in questo fiume e durante i vari test mi sono sempre ritenuto abbastanza soddisfatto. L’incidente di giovedì mi aveva messo all’angolo ma probabilmente il CT ha avuto ugualmente fiducia in quello che aveva visto e ha insistito perché anch’io dessi il mio contributo, la domenica. E mi sono fatto trovare pronto.

Voglio ringraziare Roberto Torri, che ho avuto come sponda la domenica, che per tutta la gara mi fatto sentire il suo appoggio e la sua presenza incitandomi per 4 ore!”

 

Prima di partire mi avevi confessato che poteva essere il tuo ultimo mondiale…

“Cosa vuoi che ti dica? Finire alla grande, da Campione del Mondo, é una cosa molto bella. Ma se da Roma qualcuno chiama, sarebbe scortese non rispondere, non credi?”

 

 

torri

ROBERTO TORRI

ANTONIO FUSCONI

ANTONIO FUSCONI – SETTORE ACQUE INTERNE

Antonio, sei qui oggi in rappresentanza della Federazione, ad accogliere una parte dei componenti la spedizione Azzurra che ha centrato questo bellissimo oro. Un successo che sabato sera sembrava quasi compromesso…

“Innanzi tutto ci tengo a precisare che io non facevo parte della spedizione ed ora sono qui a congratularmi con questi atleti che hanno fatto una impresa straordinaria. Con loro c’era Maurizio Natucci come rappresentante della Federazione, che in questo momento non è qui. Da lui ho saputo che i nostri Azzurri hanno operato in maniera eccellente, come d’altra parte questo gruppo ci ha abituato da alcuni anni, durante i quali ha centrato una serie di risultati di grande valore. Maurizio mi ha confermato che questo è un gruppo veramente affiatato e di grande qualità.”

 

Dal punto di vista dei risultati, possiamo dire che questa è una delle Nazionali più costanti negli anni…

“Si, è certamente una delle più costanti. Non dobbiamo però dimenticarci dei Seniores e delle altre. Quest’anno abbiamo cominciato bene con il bel risultato dei Seniores nell’Europeo e del bronzo degli Under 14 in Francia; oggi questo oro Master ed il bronzo con i Disabili, sempre in questa spedizione che, voglio ricordarlo, presentava non poche difficoltà, sia dal punto di vista del meteo, che ha riservato  temperature altissime che hanno messo a dura prova tutti quanti,  e lo stesso campo di gara che è stato molti difficile da interpretare. Speriamo che questi risultati siano di buon auspicio per le Donne, che partono la prossima settimana,  e per gli stessi Seniores in Polonia.”

 

La tua impressione su questo risultato delle nostre Canne d’Argento…

Credo sia scontato dire che questo oro sia doppiamente importante rispetto, ad esempio, a quello vinto sempre da loro a Firenze, nel 2011. In quell’occasione sembrava quasi scontato che si dovesse vincere, giocando in casa, anche se poi non è stato così facile, mentre quest’anno la prova è stata molto più complessa, visto che il campo di gara ha riservato tante sorprese che i nostri hanno scoperto via via fino a sabato sera. Anche per questo hanno dimostrato un grande spirito di squadra e debbo dare atto al CT Ardenti di essere riuscito a stimolare al massimo tutti quanti a dare il massimo, fino all’ultimo,  a crederci. Voglio menzionare per ultimo il bellissimo oro nell’individuale di Tino Pagliari, un atleta che sta dimostrando una grinta, una voglia, una precisione uguale se non maggiore di quando è stato nella Nazionale Seniores.”

 

Mi confermi, Antonio, la location di Roma per i Mondiali Master e Disabili del 2014?

“Si parla di Roma, stiamo ragionando sui problemi organizzativi che ci potrebbero essere in questo senso. Questa scelta avrebbe anche una valenza di immagine per la Pesca Sportiva, un modo per dare visibilità alle nostre specialità,  che stiamo cercando di portare avanti da tempo. Il Presidente Matteoli si sta spendendo molto in questo senso. Quando si va in città così grandi, Roma come anche Firenze, che vivono anche di turismo, si ha modo di dare un segnale anche per far capire cosa e quanto la Pesca Sportiva può muovere, l’importanza della FIPSAS nel CONI, importanza che lo stesso Presidente Malagò riconosce, tanto che il nostro Presidente Matteoli è il rappresentante delle cosiddette Federazioni minori all’interno del CONI, posizione indubbiamente di grande prestigio. Ecco che una rassegna iridata di Master e Disabili proprio a Roma, sotto gli occhi del CONI, potrebbe essere occasione per far capire anche quanto e come la FIPSAS si spende per queste categorie.”

 

Un accenno alla categoria Disabili. Se il restyling delle regole hanno portato un aumento della partecipazione nei Master, con una presenza di grande qualità tecnica, nei Disabili le cose sono un po’ diverse e, forse, siamo ai minimi storici…

“Purtroppo si, numericamente abbiamo perso parecchio e questo ci sta facendo riflettere su come muoverci per recuperare partecipazione. Certamente dovremo spenderci maggiormente in una sorta di “porta a porta” nelle Sezioni provinciali per cercare di capire come muoverci. Lo stesso dicasi per le Donne. Sicuramente ci muoveremo in questo senso nei prossimi mesi.”

 

Un ultima domanda: Roma! La capitale non mi risulta avere campi di gara pronti e collaudati per una rassegna iridata. Ci saranno novità in questo senso?

“Ci sono posti che si possono recuperare i questo senso, già predisposti ad un uso del genere, dove si possono sistemare anche carrozzelle dei disabili e possibilità di parcheggio comodo per le nostre attrezzature. Ad esempio sull’Isola Tiberina ci sono posti che mi dicono si potrebbero impiegare proficuamente, o anche in altre località. L’idea è quella di trovare location nel centro della città, di grande visibilità, che siano un veicolo per l’immagine della Pesca Sportiva. Nel Tevere, poi, ci sono tanti pesci e quindi non dovrebbe essere impossibile creare una situazione ottimale per un bel Mondiale. Siamo andati  a disputare dei Campionati del Mondo in posti semi sperduti, dove si è catturato pochissimo, con organizzazioni a volte approssimative; noi italiani come organizzatori siamo d’esempio a tutti, da sempre, e i nostri Mondiali sono sempre stati apprezzati da tutti, quindi saremo certamente all’altezza anche in questa occasione.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *