FASSA DAIWA: LA PAROLA A MARIO MOLINARI

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Sono con Mario Molinari rappresentante della Fassa Daiwa nell’ambito del 1° evento Daiwa Day che si svolge sul Po di Volano a Medelana.
Un commento da Mario Molinari su questa iniziativa del Daiwa Day

Si tratta di un evento che va ad arricchire l’elenco di tante altre belle iniziative organizzate da molte aziende del settore della pesca, che alla fine di ogni stagione sportiva radunano in una giornata dal sapore un po’ “speciale” tutti gli agonisti che hanno partecipato con i colori del marchio alle manifestazioni più importanti dando visibilità ai prodotti specifici del comparto agonistico della pesca al colpo.
Noi di Fassa- Daiwa quest’anno abbiamo avuto la fortuna di avere delle squadre che ci hanno rappresentato in modo molto degno nei vari campionati; naturalmente Fassa non ha solo il comparto della pesca al colpo, ma anche quello della trota lago e della pesca in mare, dove sono coinvolti consulenti che da anni aiutano allo sviluppo dei prodotti dei vari marchi rappresentati, con Daiwa e Gamakatsu in primis. Quest’occasione del Daiwa Day è una festa per il giusto plauso e ringraziamento a tutti coloro che hanno portato in alto il nome della loro società ed al contempo della nostra Azienda.

Da rimarcare per il 2009 le prestazioni del giovanissimo Gianmaria Ghisini della società Asolana Team Daiwa che, entrato nel Club Azzurro di categoria lo scorso anno, si sta facendo molto onore.
Molti ragazzi di questo Club mi hanno seguito per anni nel mio peregrinare in diversi sodalizi, prima alla Garisti Piacentini, poi alla Castel Maggiore di Bologna e poi a Torino con i Diavoli. Nel 2003, poiché il ceppo di quel gruppo era di Asola, si è deciso di rifondare la società nel paese mantovano, e ripartendo da zero, nel volgere di tre stagioni, siamo tornati in Eccellenza.
Per il prossimo anno, brillantemente confermatasi la squadra A, avremo forse in Eccellenza una seconda squadra, e quindi dovremmo formare un bel gruppo di giovani pescatori molto affiatato, e che ci auguriamo sappiano raccogliere in futuro tante belle soddisfazioni.
Individualmente, Paolo Cauzzi si è classificato 12mo al Campionato Italiano, entrando di diritto nel Club Azzurro 2010. Un risultato che corona una stagione eccezionale per il bravo Paolo, che ha anche vinto la classifica individuale del torneo di A1.
Nel 2009 vi è inoltre stato l’abbinamento al marchio Daiwa della Lenza Rubicone, e devo dire che la decisione ha portato con sé un pizzico di buona sorte, tanto che il Club ha ottenuto il miglior risultato della sua storia, arrivando alle finali tra le prime dieci società d’Italia nel campionato di Eccellenza, a riprova della buona scelta fatta reciprocamente.
Abbiamo inoltre da applaudire Stefania Conforto della Paco Daiwa di Reggio Emilia che da anni ci rappresenta ai massimi livelli e che per Daiwa è un punto fermo nel settore rosa della pesca. “Stefy” quest’anno è stata la migliore delle Azzurre al Mondiale, e penso che sia un’ulteriore prova della sua bravura e dedizione al nostro sport. Il suo Club, Paco Daiwa di Reggio Emilia è una società storica nel legame con il nostro marchio. In essa si fondono l’interesse per l’agonismo di buon livello e quello di carattere locale, così che, in quell’area geografica, da tantissimi anni, siamo degnamente rappresentati.

Personalmente, al momento, la mia attività sportiva è divisa tra la pesca e il calcio, un vecchio amore, in quanto la mia famiglia ha gestito a lungo le sorti della società di calcio dell’AC Codogno 1908, della mia città nel basso Lodigiano, dove lo stadio è intitolato ai F.lli Molinari, mio padre Enrico, presidente per trent’anni e mio zio Gianni che fu giocatore in A con la Pro Patria. Dopo i festeggiamenti del centenario, mi fu chiesto di dare una mano al Club, dove giocai fino a vent’anni, cosa che ho accettato con entusiasmo, per cui ora devo dividere il mio tempo libero tra questi due impegni che mi danno molta gioia. Comunque anche nel 2009 ho partecipato agli Italiani di Legering, bissando il secondo gradino del podio del 2008.

Comunque parlando di Fassa Daiwa, parliamo di qualità e in questo senso quali sono i prodotti che Fassa e Daiwa immetteranno sul mercato nel prossimo anno?

E’ chiaro che quando si parla di mercato agonistico si parla di prodotti di eccellenza e la nostra fortuna aziendale con Daiwa è di avere una fabbrica in Scozia che esiste dal 1979 e che è nata per soddisfare le esigenze del mercato inglese e europeo. Essa ci permette tutti gli anni di fare ricerca e sviluppo con il supporto di ingegneri giapponesi che lavorano a soddisfare anche le esigenze più particolari. Il mercato agonistico è un mercato sensibile all’innovazione perché con i materiali che sono stati utilizzati nell’ultimo decennio si sono bruciate un po’ le tappe. Siamo arrivati a prodotti d’altissimo livello, quindi stupire, o migliorare quello che esiste già, risulta sempre più difficile.
Ma devo dire che grazie alla grande esperienza degli ingegneri giapponesi che lavorano con Daiwa in Giappone, e che portano in Europa il loro know-how tipico di uno dei mercati più evoluti al mondo, riusciamo tutti gli anni a tirare fuori dal cilindro del mago quel qualcosa che può fare la differenza.
Il 2009, nel campo delle roubaisienne, è stato l’anno della Tournament Airity Super Slim, che ha proposto un attrezzo assolutamente innovativo nel suo concetto produttivo, e per la prossima stagione gli abbiamo affiancato un modello che si chiamerà Tournament Airity “Powerlite”, che conferma il design della Super Slim, ma con un’ azione che dovrebbe soddisfare a 360 gradi le esigenze del pescatore che svaria nelle tecniche di pesca sia delicate che più probanti, in relazione ai campi di gara che frequenta.
Sono due attrezzi che saranno proposti in accoppiata con lo stesso nome Tournament Airity; Super Slim per il suo diametro ultra sottile (40mm a 13m) e Powerlite in quanto abbinamento di potenza a leggerezza, con un diametro un po’ più accentuato. Il pescatore agonista sarà così messo nella condizione di scegliere l’attrezzo che più gli si addice, e che preferisce.

Per quanto riguarda l’accessoristica per le competizioni, grazie a un produttore nazionale di altissimo livello, abbiamo perfezionato una gamma di galleggianti con la sigla WR “World Record” che si rifà al risultato sportivo 2008/2009 di William Raison, che è il testimonial internazionale di Daiwa, con un oro e un argento individuale nelle ultime due stagioni a livello Mondiale.
E’ quindi anche grazie alla sua consulenza che abbiamo creato questa gamma di prodotti, da tempo assenti nel nostro catalogo, e che proporremo alla prossima fiera di Bologna di Febbraio, insieme alla nuova serie di fionde Team Daiwa.

Sicuramente c’è una grande evoluzione in Italia nella pesca con l’avvento di un pesce che si chiama breme. La Daiwa sta pensando di attrezzarsi anche riguardo a pasture?

No, su questo devo dire che la nostra azienda che si avvale di un magazzino di logistica per il servizio alla clientela, e quindi deve stoccare prodotti che non abbiano breve deperibilità, ha deciso di lasciare questi articoli alle aziende specializzate. Avremmo tantissime opportunità, ma abbiamo dovuto a malincuore fare questa scelta, al pari di Daiwa UK che non tratta pasture, pur in un mercato dalla forte domanda.

Questo è il commento di Mario Molinari professionista, a Mario Molinari pescatore ed agonista chiediamo un commento sui campi di gara, in particolare il rilancio di Ostellato, Po di Volano e una nota dolente il navigabile a Spinadesco che pare ci stia dando ancora qualche problema.

Nota dolente è proprio il termine giusto perché al Navigabile io ci vivo proprio vicino e conosco la situazione.
L’ho sempre nel cuore perché ci ho pescato per tanti anni, e mi ha dato tante soddisfazioni. Per cinque anni rimasi in testa alle classifiche di rendimento, così come al Mincio di Peschiera che quando gareggiavo, erano gli ambienti che praticavo di più.
Vedere il Navigabile attrezzato a puntino per il meraviglioso Mondiale del 2008, ma poi in seguito non in grado di offrire una pescosità accettabile è un vero peccato. I continui sbalzi di livello provocati dall’ingresso delle navi che entrano ed escono verso il Po, non permettono la riproduzione dei pesci, che da molti anni non vi nascono più.
La situazione negativa di Spinadesco si riflette su tutte le molte province di Lombardia ed Emilia geograficamente vicine a questo canale e che avrebbero potuto beneficiare della presenza di questo impianto per fare proselitismo al nostro sport, quindi devo ribadire che si tratta di una nota molto dolente per l’ingente investimento andato in fumo.
Sembra che esista una sorta di continuità e discontinuità relativo alla pescosità di molti campi gara che in modo ciclico ripropongono positività e negatività, probabilmente in relazione al ciclo naturale delle cose. Pesci che non avevamo, come le breme, hanno ridato ossigeno ad alcuni campi di gara, come Ostellato ed il Canal Bianco, attirando i pescatori per il divertimento che propongono, e allora ben vengano le iniziative parallele alla promozione di nuovi impianti, anche se questi in alcuni casi comportano lunghe trasferte agli agonisti. Questo può essere l’unico vero limite di un’esagerata concentrazione d’uso dei campi di gara lontano da molte realtà geografiche comunque importanti come Lombardia, Veneto e Piemonte
Ciò è sempre avvenuto anche negli anni del boom di Firenze e di Ostellato. Allora come oggi, si facevano migliaia di chilometri, poiché le catture erano una certezza!
Non tutti gli agonisti sono però preparati a questo, ed è ovvio che ciò non depone di certo verso l’allargamento della base, per cui credo si finirà verso un agonismo molto elitario, accessibile solo a chi si può permettere, sia a livello individuale che societario, un certo tipo di costi.
Occorre fare i conti con questa realtà ed è inutile far finta che non sia così. L’unica vera alternativa sarebbe d’avere più impianti, ben distribuiti geograficamente.
Ultimamente ho frequentato il Tevere per la finale del campionato italiano di Legering. Ci vorrebbero tanti Umbertide sparsi per l’Italia e il nostro sport potrebbe avere forse un futuro meno incerto. Strutture così ben costruite e così ben mantenute, da far sempre percepire l’impegno che viene loro dedicato in maniera continuativa, a favore della pesca.
Avremmo bisogno di palestre per la pesca del tipo di Umbertide almeno in ogni zona d’Italia. Forse con 4 o 5 che dessero sfogo alla passione per la pesca agonistica senza dover fare montagne di chilometri, ci potrebbe essere un segnale importante.

Il primo Daiwa Day è stato fatto sul Po di Volano. Un giudizio di Mario Molinari su questo campo di gara che sta piacendo sempre di più a tanti..

Sicuramente la scelta di venire oggi a Medelana è stata dettata dalla stagione e dall’impossibilità d’ altri campi di gara a garantire divertimento a metà Novembre. Questo canale ha una presenza di pesci impressionante e il suo flusso costante permette una buona resa media pro capite che è quanto necessario per una competizione che meriti d’esser chiamata tale.
Credo che il Po di Volano avrà un futuro brillante per lungo tempo a venire.

Ringraziamo Mario Molinari e in bocca al lupo per la Fassa Daiwa per i prossimi eventi.

L’INTERVISTA A MARIO MOLINARI
OSTELLATO Maver day 15-11-09 145

ALESSANDRO SCARPONI E MARIO MOLINARI FASSA DAIWA ITALIA
SCARPONI E MOLINARI

MARIO MOLINARI A PESCA
MOLINARI MARIO 1999

WILLIAM RAISON (DAIWA DORKING) CAMPIONE DEL MONDO 2008 A SPINADESCO CON MARIO MOLINARI
William & Mario

PAOLO CAUZZI VINCITORE DEL DAIWA DAY IN COPPIA CON FABRIZIO MAGRINI NELLA FOTO CON MARIO
Mario e Paolo Cauzzi, vincitore Daiwa Day con Fabrizio Magrini

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