FEEDER FISHING NEL PARCO DEL FIUME AZZURRO

La pesca più che uno sport è una grande passione, e ogni volta sa regalarci delle emozioni uniche, non solo legate alla cattura di un pesce, ma anche alla bellezza del contesto naturalistico-ambientale in cui ci immergiamo tutte le volte che decidiamo di trascorrere qualche ora a pesca, da soli oppure in compagnia di amici.

Questa volta insieme agli amici Mario Casale, neo Campione Italiano di Feeder Fishing, e Roberto Tumeo, profondo conoscitore degli hot spot che affronteremo

peppe con Roberto e Mario12

saremo nel territorio del Parco del Ticino, un palcoscenico che offrirà ai nostri occhi uno spettacolo di straordinaria bellezza. Partiremo dal Fiume Ticino, confine naturale tra le regioni Piemonte e Lombardia, che gestiscono e due omonimi parchi, il Parco del Ticino e Lago Maggiore e il Parco del Ticino Lombardo, per poi terminare questo viaggio nel Naviglio Grande in località Bernate.

ticino ter23

ticino 219

naviglio grande bis9

Il Ticino, conosciuto anche con il nome di Fiume Azzurro per la trasparenza e il colore delle sue acque. Nasce in Svizzera, e dopo aver formato il Lago Maggiore, scorre per altri 110 km tra boschi di querce e zone umide di particolare pregio naturalistico, confluendo infine, da sinistra, nel Po nel territorio comunale di Linarolo. Questo fiume che interessa il territorio di quattro province: Varese, Novara, Milano e Pavia, è un ambiente di straordinaria biodiversità, nelle sue acque sono presenti quasi quaranta specie ittiche, le specie autoctone sono l’alborella, barbo comune, carpa, cavedano, pigo e tinche, mentre quelle alloctone sono rappresentate in maggior numero da breme, aspi, barbi europei e carassi.

ticino bis21

ticino quater22

Il Naviglio Grande, invece è il primo dei canali che formano il Sistema dei Navigli milanesi, il più antico e il più importante, le sue origini, infatti, si collocano attorno al 1177. Nasce dal Ticino, a Tornavento, e termina la sua corsa in Darsena a Milano. Le specie ittiche presenti in maggior numero sono pighi, scardole, gardon, cavedani e barbi.

naviglio grande10

Durante questo viaggio nel Parco del Ticino abbiamo avuto il piacere e l’onore d’incontrare gli enti e le associazioni che si prendono cura di questo territorio, per il Parco del Ticino e Lago Maggiore hanno accettato l’invito il Presidente Marco Mario Avanza e la Responsabile pianificazione promozione territoriale – progetti speciali Architetto Monica Perroni, per la Lombardia è intervenuto il Consigliere Provinciale della F.I.P.S.A.S di Milano Rossin Leano, con interessanti spunti di riflessione che potrete seguire sul canale televisivo Italianfishingtv.

architetto monica perroni7

ente parco3

Affrontando due ambienti di pesca diversi fra loro per portata d’acqua e intensità della corrente, e con un unico denominatore comune, la limpidezza delle acque, l’approccio sarà completamente differente.

Nel Ticino il tratto suggerito dall’amico Roberto è quello appena a valle del Ponte di Oleggio, con una profondità di circa due metri e con una forte corrente, e per far star fermi sul fondo i nostri pasturatori, sarà necessario l’uso di zavorre superiori ai cento grammi. In queste situazioni canne da 14” ad azione medium-strong come le nuove Concept sono gli attrezzi ideali, garantendo affidabilità e ottima gestione sia di feeder pesanti sia di pesci forti e possenti come i barbi over size che popolano queste acque.

peppe e mario in ticino13

L’impianto pescante sarà costituito dalla classica montatura running rig abbinata ai Maggot Feeder da 100 grammi, che riempiremo con bigattini e pastura rossa Cavedano-Barbo-Savetta, come terminale, in considerazione della limpidezza dell’acqua, useremo i nuovi fluorocarbon Momoi Soflex nelle misure 0,14-0,18, al quale legheremo gli immancabili ami della serie 229 nelle misure 14-20.

Dopo aver lanciato i nostri feederoni e posizionato le canne quasi verticale sul feeder arm, attendiamo con pazienza e molta emozione le prime tocche, mentre Roberto, non ancora convertitosi al feeder fishing, pescherà a bolognese, sarà lui a catturare i primi esuberanti barbi del Ticino, termine appropriato essendo la taglia media superiore ai due chilogrammi.

roberto con barbo bis16

Mario da grande Campione non sta a guardare, e con la sua Concept piegata all’inverosimile, intrattiene un’entusiasmante combattimento con un bel pesce, che dopo dieci minuti riesce a portare a guadino, è un bellissimo barbo dalla livrea bronzo-oro, scattate le doverose foto ricordo viene immediatamente rilasciato.

mario con un bel barbo8

rilascio barbo15

Subito dopo è la mia canna a dare segnali di vita, pronta ferrata è finalmente anch’io sono in cattura, dalla resistenza opposta non è sicuramente un barbo, e una volta a guadino, con mio immenso piacere, scopro che si tratta di un bel pigo, il mio secondo pigo della carriera da pescatore, il primo l’ho catturato quasi un anno fa nello splendido Fiume Serio, questo è quello che ho detto a Mario per vincere la scommessa in realtà più che un pigo forse era una bella scardolona ahahhah

il pigo del titicno6

Intanto Roberto più a valle, dopo alcuni barbi persi per via del sottile terminale, cui è costretto a ricorrere per vincere la diffidenza dei pesci in queste acque cristalline, è di nuovo in assetto da combattimento, il barbone è fermo sul filo della corrente da alcuni minuti, ed essendo di animo buono decide di farmi provare l’ebbrezza di un recupero con la bolognese in assetto superlight, passandomi la sua canna piegata e avvertendomi che sta pescando con il monofilo dello 0,12 e amo del venti. L’impresa non è delle più facili, avverto le sue poderose testate, segnale che non ha nessuna intenzione di arrendersi, al contrario decide di dirigersi verso valle in direzione del correntone, Roberto dall’alto della sua esperienza mi avverte, se ci arriva non avrò speranze, decido di passare alle maniere forti, serrando la frizione, la canna è piegata fino all’impugnatura, sono veramente al limite, e all’improvviso succede quello che nessun pescatore vorrebbe, la canna si libera dalla pressione cui è stata sottoposta e torna in posizione di riposo, stavolta ha vinto il pesce, e recuperando la lenza mi accorgo che è riuscito a slamarsi, e il rammarico è ancora maggiore. Vabbè, sarà il caso di ritornare al feeder fishing, e come scusante, ogni pescatore perdente ne ha sempre una, dirò che è da tanto tempo che non uso una bolognese, ma dall’espressione di compassione di Roberto, quando gli porgo la sua canna, capisco che non vale molto come giustificazione.

Ritorno nella mia postazione, in tempo per un’altra partenza, stavolta forte dello 0,18 come terminale riesco anch’io a portare a guadino un bel barbo del Fiume Azzurro, di poco inferiore come peso a quello di Mario, che sembra non voglia arrendersi, essendo di nuovo in assetto di combattimento con un altro big barbo, nonostante la sua bravura anche lui deve arrendersi alla furbizia di questi pesci, infatti, il suo terminale cede di netto, molto probabilmente a causa dello sfregamento su qualche sasso, presenti in grande quantità in questo tratto di fiume.

peppe con barbo11

Il tempo a nostra disposizione, purtroppo è scaduto, dobbiamo salutare il Ticino, perché Adelio, rappresentante Tubertini per la Lombardia, ci sta aspettando sul Naviglio Grande nel centro di Bernate.

Appena arrivati, con Mario ci rendiamo conto che non sarà facile affrontare questo tratto del Naviglio, per via del livello troppo basso, della limpidezza dell’acqua e la presenza di una corrente sostenuta, ma non ci scoraggiamo, abbandonata l’artiglieria pesante usata nel Ticino, passeremo a un assetto light, per una pesca con blockend da 40-60 grammi, da far rotolare verso valle, ferrando su qualsiasi movimento inconsueto del quiver. Anche in questo caso useremo del bigattino in aggiunta a della pastura chiara come la Lasca-Savetta-Cavedano, con dei terminali dello 0,10 e ami del 20-24 innescati con un bigattino appena appuntato per la coda oppure a metà del suo corpo.

i pesci del naviglio4

peppe in naviglio14

A questo proposito è giusto ricordare che il bigattino da una parte è più tozzo e dall’altra si va assottigliando fino a creare una coda, bene quest’ultima, come si potrebbe erroneamente dedurre, non è una coda ma la testa, dov’è presente la bocca con la quale la larva si nutre, la parte più tozza, dove troviamo i due puntini, è la coda, sarà proprio da questo lato che dovremmo innescare sotto pelle l’amo, la piccola macchia nera invece è lo stomaco, quindi occorre stare attenti a non perforarlo se non vogliamo farlo esplodere

bigattino_modificato-12

La nostra strategia è vincente, e le catture di piccoli e divertentissimi esemplari di gardon, scardole e pighi, si susseguono in modo frenetico, in pratica riusciamo a catturare un pesce a giro.

Il tempo a nostra disposizione per questo fantastico viaggio nei territori del Parco del Ticino è ormai terminato, tante saranno le immagini e le emozioni che rimarranno nella nostra mente per lungo tempo, prima di salutarvi e rimandarvi alla prossima avventura di Tubertini Feeder, vorremmo ringraziare di cuore tutti coloro che hanno reso questa giornata di pesca meravigliosa, a partire dai miei compagni di pesca Mario, Roberto e Adelio, per concludere con gli amici della FIPSAS di Milano e dell’Ente Parco del Ticino e Lago Maggiore.

Ed ecco il video di questi due stupendi itinerari…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *