LO SPECIALISTA: LA PESCA DELL’ALBORELLA, A LEZIONE DA GIAMPAOLO DIDO

Mi sono fatto una domanda, ma con chi posso parlare  per spiegare un tipo di pesca “di una volta” quella dell’alborella , in Nord Italia il piccolo ciprinide  è ”Alburnus Alborella” e quella appenninica  è “Alburnus Albidus” con varie morfologie piccola , grande , piatta , le due si differenziano per la morfologia della bocca ,che nei vari dialetti  viene chiamata in modi diversi , Meliga, Alburela, Avola o Avolone,  è stata  per anni l’arma in più dei pescatori Piemontesi in tutta Italia , un tecnica di pesca caratterizzata da velocità tempismo e ricerche raffinate  e che a dire dei Più , “la vera scuola di un pescatore agonista”.

Ho cercato tra amici e vecchi pescatori e alla fine mi sono detto , chi meglio di Gianpaolo Dido , pescatore inossidabile , mio compagno di società alla Lenza Novarese ,che negli ultimi anni vedo calcare di nuovo i campi da pesca Piemontesi, partecipando al campionato di serie B Piemontese

Ciao  Gianpaolo  o come tutti ti chiamano “il Dido”, ti va di fare  un  identikit  della tua vita dedicata alla pesca, così per sapere con che tipo di pescatore e agonista  stiamo parlando ?

Ciao Massimo , con piacere ; sono  nato come pescatore sul Lago Maggiore dove ho cominciato da piccolo, le mie prime esperienze risalgono al 1954 a otto anni e sono state proprio legate  alla pesca dell’alborella, la mia prima gara l’ho  fatta proprio a quella età con mio padre che mi slamava i pesciolini , poi col passare del tempo, ho iniziato a  insidiare altri pesci  , affinando altre tecniche , per poter competere su tanti campi di gara sparsi per la nostra penisola ,adeguandomi a tutte le tecniche emergenti ,come inglese ,rubasienne ,ecc…

Dalle prime pescate nel Lago Maggiore e dalle esperienze maturate ,anche pescando in condizioni sempre diverse ,  spinto dalla passione o iniziato a gareggiare  nella  società che mio papà Giuseppe aveva contribuito a fondare: la Consociazione Pescatori Dilettanti del Verbano più nota come Con.Pe.Di.Ver. di Intra.

Da li ho cominciato a frequentare i principali campi di gara , partecipando prima  a competizioni come  I Sociali e gare organizzate su Lago , per poi passare a campionati  nazionali e facendo parte del Club Azzurro e arrivando a vestire la maglia Azzurra con la quale ho partecipato ai Mondiali del 1967 in Ungheria ,  la Nazionale italiana era così composta ,il sottoscritto , Ceppi, Bonacina, Passerini e Pondrelli (con Samoggia riserva e Pirini CT) .In quell’edizione del Campionato del Mondo per Nazioni la pesca è stata principalmente alle rovelle (  pesci piuttosto simili  alle nostre alborelle,ma più grossi , 20 grammi di media con un apparato boccale posto più in basso) e ci siamo piazzati a un passo dal podio , quarti,una bellissima esperienza.

Ho partecipato  per anni ai vari Campionati Italiani, Trofei di Eccellenza e Serie A e B militando nella Con.Pe.Di.Ver.  e poi sono passato  nella Gialloblu di GrIgnasco  con  Casarotti  lanfranco  Presidente , un ritorno alla Con.Pe.Di.Ver.  e poi nella Lenza Novarese , negli stessi anni dove c’eri anche tu  e oggi pesco per i Pescatori Ghemmesi e partecipo alla serie B Regionale Piemonte.

Quando ero giovane molte sono state tante  le Società che si sono proposte per avermi nelle loro file , specialmente quelle di Torino e al riguardo vorrei  ricordare una persona a me molto cara , Gennaro Agostino , garista di Torino della Barriera  Milano con la moglie originaria del  lago Maggiore, che tornavano per le ferie in questi luoghi , con il quale ho passato tantissime ore di pesca , il mio “guru” , con la sua pazienza e la voglia di fare , mi ha insegnato come e quando si deve cambiare la pesca in gara ,lezioni che mi portano ancora adesso a 74 anni ad affrontare una gara con il massimo impegno .

Dimmi come è cambiata la tecnica della pesca all’alborella ,dall’ inizio della tua lunga esperienza su campi gara,  pensando  che sia sostanziale anche la differenza tra tipologia di  acque ,  laghi , canali o fiumi ?

Premesso che la pesca dell’alborella ha talmente tante sfaccettature che secondo me è molto più difficile di quello che si pensi e più complicata di tante tecniche molto più in voga adesso, ritengo che sia difficoltoso spiegare in poche parole tutto quello che c’è dietro: attrezzatura, tipo di pastura da usare la sua bagnatura,  importantissimi sono gli allenamenti, per migliorare la manualità  e affinare la  capacità di interpretare il posto di gara,come risponde l’alborella alla pasturazione ,cercando di   capire le situazioni che si evolvono durante la competizione, importante in questa pesca e tenere il “ritmo” e non andare a “vuoto” o meglio “sbagliarne”il meno possibile.

Prima di tutto devo dire che una volta le alborelle c’erano dappertutto e l’esperienza fatta nel Lago Maggiore, dove passavo ore e ore a confrontarmi con i miei soci di allora in interminabili “sfidini”, è servita in quasi tutti i campi di gara.

La cosa fondamentale è che bisognava adattare la tecnica in funzione della tipologia del posto. Si passava dalla pesca superleggera con ami molto piccoli  24/22/20  per prendere alborelle di 2 o 3 grammi nel Lago Maggiore a quella con canne lunghe per alborelle più grosse sempre nel Lago Maggiore  con galleggianti da 3 o 4 g. usando degli  ami del 18/16 per insidiare   alborelle  che potevano raggiungere il peso di 20  grammi ,dei “giganti”, stessa pesca nel lago Ceresio e nel lago di Varese e ancora, alle alborelle pescate in Mincio,le “Avole” o in altri fiumi come il Sesia o il Ticino.

La pesca sui canali, pur essendo una pesca particolare, è molto simile a quella del Lago Maggiore ,fatta con  canne corte,visto la dimensione del pesce che abitualmente si cattura in questi corsi d’acqua con le sponde in cemento.

Nel Lago Maggiore si passava dalla pesca con cannini da meno di 2 m a fisse da 6 m. e oltre a seconda se si sceglieva di insidiare le  tante alborelle piccole che erano stazionarie  in superficie o al massimo poche decine di centimetri sotto il “pelo” dell’acqua, o  più grosse che si trovavano in una profondità maggiore

Adesso i campi con alborelle sono molti meno ed io in genere monto 3 serie di canne con galleggianti differenti da 0.30 a 0.75 g. a seconda delle condizioni di pesca e di come si vuole o si deve impostare la pescata.

Quali sono le caratteristiche che devono avere le canne che si usano per questo argenteo ciprinide?

Una volta si usavano molto le canne di bambù. Adesso uso canne in carbonio più o meno morbide a seconda del tipo di alborella da pescare, della velocità e della misura dei pesci.

Io prediligo la canne da 3 a 4 m. con cimino morbido che mi permettono una pesca in velocità a inizio gara o di ricerca a fine gara. Quando sul finire delle tre ore , incominciano  ha scarseggiare le catture , si deve cercare di pescare molto vicino alla riva ,noi diciamo “sotto i piedi” e qui per questa situazione arrivo  a montare lenze da 0.20 fatte da piccolissimi pallini e con terminali  del 0.08 e ami del 24 , una pesca di vera “speculazione”per catturare ancora il piccolo ciprinide.

Importante o no la scelta del galleggiante ad usare ?

Certamente: è fondamentale. Si deve utilizzare un galleggiante che permetta di vedere le abboccate sia in battuta, che in calata, che in alzata. Io di solito uso dei vecchissimi Milo a forma di goccia allungata con astina in metallo. Uso anche i PRO di Tubertini che hanno un collarino allungato che permette di vedere anche la più piccola tocca , li uso nelle misure da 0.30, 0.50 0.75. e li monto su canne che vanno da 3 a 4 metri di lunghezza .Su canne più lunghe uso il classico Tesse, scelti in funzione della profondità a cui si deve pescare.

Dicci qualcosa su come si costruisce una lenza da alborella , differenze tra lenze da lago o acque ferme e fiume o acque correnti ?

Per fare la lenza per  acque ferme , su canne corte ,pescando in battuta ,utilizzo solo pallini della stessa misura tutti vicini , se devo pescare  più sul fondo metto pallini tutti uguali costruisco una lenza con pallini distanti 1 cm. uno dall’altro, in tutte e due i casi il  terminale e da circa 10 cm. In acqua corrente  faccio una coroncina di pallini a scalare di circa 15 cm., con bulk o torpille iniziale ,anche in questo caso uso un terminale di circa 10 cm. con diametro dello 0.10

Visto che il segreto e il “non slamare” quali sono le accortezze da usare , innesco e amo ,devono essere “calibrati”tra loro?

Da quando ho cominciato a pescare l’alborella io ho sempre e solo slamato questa è la caratteristica di questa pesca. Importanti sono la manualità e la scelta corretta dell’amo. Io uso i b2000 della Colmic.

Certamente la calibratura dell’esca con l’amo utilizzato è determinante. Di preferenza uso i barilotti “vecchi”. Perché più gommosi e un po’ più duri ,questo accorgimento mi permette di cambiare meno sovente l’esca , in condizioni perfette si riesce catturare più di 25,30, alborelle con un solo innesco , a me non piace un esca molto dura come i “maialini” che si usano tanto nel basso Piemonte, trovo che sia molto più difficile il suo innesco e quindi più lenta la fase del cambio esca, quindi una perdita di tempo, in una pesca dove si deve far di tutto per far entrare in acqua la lenza più volte possibile pensare di perdere tempo per un innesco a me non piace,visto che molte volte ho vinto nei confronti di altri agonisti per soli pochi grammi,si comprende quanto sia importante immergere le lenza più volte possibile in tre ore di pesca .

Non per ultima ma sicuramente importante , la pastura, come si usa, come si bagna, ci sono ingredienti da aggiungere in quelle in commercio attualmente ?

Io uso pasture commerciali da alborella senza aggiunte. Salvo poche eccezioni, sono tutte ottime: l’importante è come la bagni e come la usi. Prima metto l’acqua e poi aggiungo la pastura, la amalgamo la lascio riposare e poi aggiungo altra pastura o altra acqua a seconda del momento. Divido in 2 secchi la pastura in modo da regolarmi ed averne per tutta la gara. Il secchio per la pastura della seconda metà di gara è da tenere all’ombra un pò più”dura”altrimenti quando la si va ad usare cambia la meccanica l’acqua è un elemento che si può sempre aggiungere man mano si pesca  . Importante è anche la precisione nella pasturazione, che deve essere costante e lanciata sempre nello stesso posto , in modo da non sparpagliare il pesce , ho  peggio, si rischia di “perderlo” cioè non si riesce a trattenerlo nella zona in cui si pesca.

Entriamo nello specifico di tre campi gara Piemontesi che vanno per la maggiore in questo momento , dove la pesca del piccolo ciprinide si dimostra una valida alternativa alla pesca del pesce di taglia , Castelnuovo Bormida , Masio in Provincia di Alessandria  e Castello d’Annone in provincia di Asti. Ci dici differenze di pesca tra le varie località ?

Questi campi hanno una evoluzione a seconda della stagione e delle condizioni atmosferiche , sono i soli campi gara sul fiume che si possono usare per fare il Regionale Piemontese , hai ragione ,qui l’alborella , molte  volte ti assicura un piazzamento importante ai fini della classifica finale .

A Castelnuovo Bormida, nel Fiume omonimo,   l’impostazione può variare  a seconda della postazione gara ,qui la differenza la fa la morfologia della sponda ,ci sono posti dove sei a tre metri sopra il livello dell’acqua e altri molto più vicino , la canna i galleggianti e ami sono sempre gli stessi che sono stati descritti in precedenza (le canne che prediligo sono sempre quelle da 3 a 4 metri, difficilmente pesco con canne più corte).

A Masio,cambia il fiume ,il Tanaro si presenta con più portata di acqua rispetto al Bormida e in corrente, uso galleggianti un po’ più pesanti con la variante della torpille al posto del bulk e successiva scalatina di pallini con terminale leggermente più lungo e ami del 18 innescando un cagnotto normale. La pastura deve essere calibrata in funzione della corrente, sicuramente la bagnatura sarà fatta in base a dove si decide di pescare l’alborella , che a volte , all’inizio stagione e”piccola” ma che nel periodo di massimo calore , agosto settembre ,può raggiungere un media di 5/6 grammi ,che in una pescata da 250 pesciolini all’ora ti permettono di raggiungere 4000/5000 punti in tre ore .

A Castello d’Annone ,siamo sempre sul fiume Tanaro , ma con una morfologia della sponda  molto diversa di quella di  Masio ( il campo di Masio è su di una blocchiera, invece a  Annone la sponda e riva naturale),preparo 2 serie di canne con 2 tipi di lenze in genere con galleggianti da 0.50 o 0.75 g. (o più pesanti se devo allargare il raggio si pesca) con la lenza fatta da una scalatina di pallini o con la  torpille a seconda della distanza dove intendo andare pescare , per la pesca sotto  riva, si possono usare canne corte da 2 metri a 3 metri  e valgono le stesse considerazioni fatte per Castelnuovo Bormida.

Grazie  Dido per la tua collaborazione e per averci svelato qualche segreto per avere successo in questa pesca  , che potrei riepilogare così , andate a pescare tante ore e preparate le gare con molta pazienza e zelo , da me si dice che per iniziare una stagione per la pesca dell’alborella ci si deve cimentare in tante ore di prova fino a raggiungere il numero di 5000 catture  e cosi si è quasi pronti, vuoi aggiungere ancora qualche altra considerazione?

Si vorrei solo fare una considerazione sullo spirito agonistico e su quello di società e di squadra , io ho un carattere particolare , ma ho ottenuto successi quando con AMICI della vecchia “guardia” dividevo tante ore di pesca , quando ,dopo tante prove fatte , ci si confrontava e si decideva il da farsi per la gara di domani, per questa mia ricerca di “affiatamento” a volte ho avuto discussioni con i soci più restii a provare i campi gara, gli stessi che poi non mettevano in atto  le esperienze e le conoscenze,  particolari , che si erano capiti durante le tante prove fatte , quelli che sono “garisti” solo il sabato e la domenica della Gara,con me non vanno molto d’accordo, questo è uno sport e come tutti gli sport senza allenamento non si vince,  poi  è ancora più importante la squadra  è vero che si vincono delle gare con 6/7 penalità di squadra , ma si vincono dei Trofei Assoluti con 12/13 penalità di media  gara , 4 agonisti che facciano 3 di media sono molto più vincenti della squadra che fa sempre 1-1-8-10.

Per M f

TESTA MASSIMO

Un pensiero riguardo “LO SPECIALISTA: LA PESCA DELL’ALBORELLA, A LEZIONE DA GIAMPAOLO DIDO

  • 3 Febbraio 2022 in 11:11
    Permalink

    disponibili galleggianti tesse 4×12-4×14-4×16-4×20 ami tutti tipi serie tuberini 1c -1t-1b-1209 -1208-numeri dal 16 al 26 disponibili contatti mail x foto

    Risposta

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *