UNA NOTTE D’AGOSTO AL LAGO DELLE COSTE

Eravamo già oltre la metà di giugno e l’estate pareva non si decidesse a farsi viva, ma poi è arrivata, eccome.

L’intero mese di luglio ci ha fatto vedere i sorci verdi, portando sulle nostre teste una cappa di afa difficile da sopportare, mentre agosto, che è per antonomasia il mese del grande caldo, si sta invece dimostrando un buon diavolo che ci regala temperature davvero gradevoli.

Ma agosto è anche il mese di sosta che interrompe l’attività agonistica, permettendoci così un meritato relax.

Il capitano Achab concede una pausa sabbatica a Moby Dik e ripone l’attrezzatura……………quasi tutta l’attrezzatura..….., perché qualcosina, come per esempio un paio di cannette da carpodromo, debbono sempre trovarsi lì a portata di mano, utilizzabili solo a scopo disintossicante, meglio se durante le fresche sessioni notturne.

A Siena di carpodromi veri e propri non ce ne sono, ci sono però dei laghi artificiali nati in origine per scopi irrigui, convertiti poi alla pesca sportiva, ma comunque in grado di soddisfare le smanie piscatorie degli esigenti avventori.

Uno di questi, che poi è quello che frequento io, è il “Lago delle Coste”, un piccolo impianto egregiamente gestito da una strampalata accozzaglia di simpatici amici, in grado di accogliere comodamente una quarantina di pescatori, ubicato alle porte di Siena, lungo il percorso medioevale della Via Francigena, attuale strada delle Coste,

Questo lago è una perla incastonata nel verde delle colline che circondano Siena ed ha per me un fascino particolare, non solo per la sua bellezza, degna dei migliori pennelli macchiaioli, ma soprattutto perché è il luogo dove sono cresciuto come pescatore, iniziando proprio lì a fare le mie prime gare.

Quando parlo di questo piccolo angolo di paradiso, mi tornano chiare alla memoria le giornate di pesca trascorse nella più assoluta spensieratezza, godendo solo dell’ambiente circostante e della compagnia degli amici, spesso condita con qualche “salsicciolo” alla brace, ovviamente annaffiato con del buon chianti.

Bei momenti. Ma torniamo con i piedi per terra, non vorrei apparire troppo sentimentale.

Farsi vedere puri d’animo dai “Rapaci delle Coste” è un errore da non fare, non c’è da sperare che ti portino rispetto anche sei loro amico.

Il mercoledì e il venerdì, alle nove di sera, c’è la gara in notturna.

Alle sette ci troviamo per i preparativi, alle otto qualcuno prepara da mangiare (mai perdere le buone abitudini) e poi alle nove, tutti pronti per il via.

Intanto le ultime luci del giorno accarezzano le colline circostanti, esaltando i profili svettanti dei cipressi.

La natura ci offre l’incanto dei suoi spettacoli ed io mi sento appieno parte di essa.

Normalmente la prima parte della gara si imposta con le canne da cinque-sei metri, richiamando il pesce con lanci continui di pellet e mais: poco ma spesso.

Di solito le mangiate non si fanno attendere, inizialmente sono abbastanza franche e poche sono le “padelle”, ma poi, mano a mano che passa il tempo, il pesce radunato sotto canna si fa sempre più difficile e per allamarlo è necessaria una notevole velocità d’esecuzione, ferrando non appena la starlite affonda, anche solo con un accenno.

A differenza dei veri carpodromi, qui alle Coste, il pesce si trova decisamente aderente al fondo ed è necessario pescarlo con delle montature semplici, ma molto leggere: difficilmente si supera il 4×12-4×14, anche se il peso ideale è il 4×10, soprattutto perché, già da prima della metà gara, le canne che inizialmente misuravano cinque-sei metri, scendono drasticamente ai tre, ma anche due metri ed è proprio a questa distanza che si trovano le catture più interessanti.

Il regolamento del lago non permette l’uso di sfarinati e le numerosissime alborelle non permettono di pescare con il bigattino.

Detto questo, è facile intuire che le uniche esche necessarie rimangono il mais ed il pellet (lo stesso utilizzato dai gestori come mangime), facendo molta attenzione a non sbagliare l’azione di richiamo, anche di poco, per non far felici quelli accanto.

La popolazione ittica prevalente è ovviamente composta da carpe, da numerosi carassi (davvero belli) e da dei clarios che tirano come pariglie di buoi.

La gara in notturna inizia e, come dovunque, gli esterni sono i più favoriti.

Questa sera sono io un esterno…. Li faccio neri…… Ho tutto chiaro……

Parto lanciando due abbondanti manciate di mais e inizio a muovere lateralmente il galleggiante da 4×14, facendo “camminare“ lentissimamente il chicco di mais appeso all’amo che sfiora appena il fondo, con l’intento di incuriosire le carpe.

Dopo un quarto d’ora che porto a “passeggio” il chicco di mais, capisco che le carpe delle Coste non sono affatto curiose: ho fatto due “padelle” incomprensibili e ho messo in nassa una carpetta da trecento grammi (certamente la più piccola del lago).

Gli altri nel frattempo hanno una media di tre o quattro carpe a testa. Incomincio a pensare che saranno gli altri a fare nero me. Devo fare assolutamente qualcosa.

Cambio lenza, prendo un 4×10 armato con un amo del 10, rigorosamente senza ardiglione, innesco un grano di mais, facendo uscire la punta dalla parte del germe, per poi nasconderla di nuovo al suo interno ed inizio a muovere in verticale l’esca, lasciandola cadere come a mimare uno dei tanti chicchi che cadono verso il fondo, lanciati con regolarità a “pizzicotti” di otto-dieci grani alla volta.

Finalmente anch’io inizio a catturare con regolarità e per una decina di minuti ho addirittura la sensazione di riuscire a riacciuffare il gruppo in fuga, ma la flebile speranza passa presto, giusto il tempo di arrivare alla pesa.

I trentacinque chili e passa del Bobbe fanno arrossire i miei poco più di diciannove, ma quello che c’è di peggio è che fra i trentacinque ed i diciannove ci si sono infilati anche Simone, Marchino (a questo prima o poi gli spezzo una gamba), il Marri, Paolino e il Cetoloni.

Mi hanno ridicolizzato, non voglio nemmeno pensare a quante me ne diranno.

Mentre ripongo mestamente le mie cose mi guardo di nuovo intorno: ormai è notte fonda, il silenzio è rotto solo dalle voci dai miei amici che scherzano…………

Sono sicuro che in questa notte d’agosto, ancora una volta, anch’io ho vinto qualcosa.

Un saluto agli amici di Match Fishing

Marcello Corbelli

IL LAGO DELLE COSTE: SCORCIO PANORAMICO

LA STORIA SI RIPETE: NONNO E NIPOTE A PESCA

CHI SARA’ PIU’ FELICE? NONNO O NIPOTE?

LE NOSTRE AMICHE CARPE DEL LAGO DELLE COSTE

L’AMICO LAGO PRIMA DEL TRAMONTO

SIMONE IN AZIONE

UN TRAMONTO SUGGESTIVO

Marcello CORBELLI di Match Fishing

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *